L'autostrada stregata by Kenneth Robeson

L'autostrada stregata by Kenneth Robeson

autore:Kenneth Robeson [Robeson, Kenneth]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 06
editore: Emmebooks
pubblicato: 2014-07-28T16:00:00+00:00


La prigione in cui Doc Savage era rinchiuso era il nascondiglio migliore che si sarebbe potuto trovare per lui.

Difficilmente qualcuno sarebbe venuto a cercarlo lì. Detenuti ce n'erano raramente. Una volta al mese, o anche meno, un ubriaco o un vagabondo ricevevano alloggio gratis per una notte. E chiunque, non avendo mai sentito parlare di lui, cosa improbabile, avesse visto l'uomo di bronzo in quel momento, l'avrebbe creduto un ubriaco come tanti, che si risvegliava dolorosamente dopo la sbornia.

Doc si alzò dal letto duro, andò su e giù per la cella un paio di volte, poi afferrò le sbarre e rimase a guardare fuori con espressione ebete.

«Le streghe» mormorò. «Le streghe vogliono i gatti neri. Dovremmo...»

La voce si spense in un borbottìo incomprensibile.

Fuori della cella l'uomo alto e magro dai capelli biondo rossicci rise. Era lo stesso che aveva aggredito l'uomo di bronzo nella capanna nel bosco. Era appena entrato nello stanzone dalla cucina, ed era fermo a guardare il prigioniero.

Dalla porta semiaperta arrivava un brusio di voci dure. Un uomo entrò e si avvicinò a Willie. Aveva la faccia segnata da sfregi recenti e la testa bendata.

Guardò Doc Savage con aria feroce.

«È una gran bella cosa che ti abbiano messo in gabbia, finalmente!» disse in tono aspro.

Doc continuava a borbottare frasi incoerenti.

Willie, palpandosi la mascella contusa, si voltò verso il nuovo venuto. «Rallegrati, senza dirlo che sei contento di vederlo lì, mezza calzetta! Ma zitto adesso. Mi sembra che stia per parlare. Quella roba gli sta facendo effetto».

Sembrava che stesse per succedere qualcosa che i due avevano previsto. Si avvicinarono alla cella, ma con precauzione.

«Che cosa sai di questa storia, Doc Savage?» chiese Willie.

Per un attimo il gigante di bronzo parve cercare di sottrarsi all'influsso di qualcosa che era più forte di lui. Sulla faccia statuaria piccole vene si gonfiarono, i muscoli del collo sporsero come funi e gli strani occhi d'oro lampeggiarono terribilmente.

Poi sembrò sopraffatto e riprese a parlare.

«Tre cornacchie sopra la casa portano disgrazia» farfugliò. «Attenti ai gattini neri con la coda monca».

«È completamente partito» disse il bandito con la testa fasciata. «Quella roba è fin troppo efficace. Mi sa che non ne caviamo fuori niente».

Ma Willie ritentò. Fece delle domande a proposito di June Knight. Voleva sapere se Doc aveva dei sospetti, e quali.

L'uomo di bronzo lo fissò con gli occhi vitrei. «Non si deve lavorare di venerdì!» borbottò.

«Va' al diavolo! «gridò Willie. Improvvisamente sulla sua faccia apparve un'espressione cattiva. «Basta, ci rinuncio» disse. «Tanto, probabilmente ne sa ben poco. E tra dieci minuti ne saprà ancora meno». Fece una risata strana.

L'altro sembrò spaventato. «Vuoi dire che...». Indicò il pavimento.

«Sì, useremo la dinamite del deposito giù in cantina» disse Willie. «Penseranno che siano stati i topi a provocare l'esplosione, vedrai».

Guardò Doc Savage e sogghignò. «Il nostro uomo di bronzo farà un bel volo da qui alla Fossa delle Streghe! È tutto pronto. Non ci resta che sistemare la miccia e filare».

Ridendo, i due uomini tornarono in cucina e chiusero a chiave la porta alle loro spalle.

Nella stanza sporca e disordinata, li aspettavano i bravacci di Willie.



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